Un commento su alcuni passaggi del libro di Taddio introdotto da:
La filosofia e il Pd | Debora Serracchiani
«Il libro – dice Taddio, che insegna estetica all’ateneo udinese – nasce dalla consapevolezza della crisi in cui viviamo. L’unica via di uscita è quella di sperimentare idee nuove e coraggiose, dopo aver compreso le ragioni che ci hanno portato in questo cul de sac...
Per fare tutto questo, occorre ritornare all'inizio: abbiamo le persone capaci di tanto? Non ci sono leader in giro. Qualche lucina quà e là debolmente accesa, a volte con maggior intensità. Forse manca il coraggio di affrontare una situazione drammatica come la nostra.
AAA cercasi leaders urgentemente per prossime elezioni politiche.
La filosofia e il Pd | Debora Serracchiani
aristotele |
Dice Taddio " che la filosofia è la miglior candidata per un ruolo critico di analisi libera ed incondizionata.
Che ci troviamo di fronte ad una crisi culturale e ad un'impotenza strutturale della politica rispetto al potere economico."
Dobbiamo tornare a chiederci qual'è la funzione della politica.
Dobbiamo riempire quel vuoto di memoria , quei blanc flaubertiani , che ci separano dai tempi lontani, eppur così recenti tanto da procurarci un senso di smarrimento, durante i quali i leader politici parlavano dell'oggi pensando al domani.
Intanto possiamo affermare ,ma preferisco dire ribadire, che la politica è un'attività intellettuale (pensare) che per essere utile (virtù) deve tradursi in bene materiale . Il che significa fornire gli strumenti per un progresso generale: dall'istruzione al lavoro; dalla tecnologia alla cultura.
L'attività politica viene dunque esercitata dalle persone.
In Italia manca un leader politico dalla metà degli anni '80.
Non chè a livello planetario la situazione si presenta migliore: escludendo Kohl e Gorbaciov che hanno cambiato la Storia; alcuni leader cinesi che hanno tracciato un cammino storico; così come i governi di India e Brasile con crescite sostenute. Pur tra mille contraddizioni. Ancora , alcuni leader asiatici che si battono tenacemente per abbattere le dittature.E le decine di migliaia di giovani e meno giovani della primavera araba
Torniamo da noi.
Cosa ha reso la politica strutturalmente impotente ?
Un vuoto culturale ? Sì.
Il vuoto culturale produce l'incapacità di analisi e comprensione dei fenomeni che investono la società.
Ma la cultura non è sparita dalla circolazione delle merci; è sufficiente andare a cercarsela.
Intanto è necessario cominciare a dare il giusto nome ad ogni cosa: non è verso il potere economico che la politica si presenta impotente, bensì verso la finanziarizzazione .
Io credo che non vi sia un potere economico.L'economia reale è soggetta alla legislazione.
Le attività economiche sono registrate; hanno sedi e recapiti; sono sottoposte a tassazione; a norme di sicurezza. Sono considerate idealmente aventi una funzione sociale.
Altra considerazione:
riprendo qui un passo dell'articolo di Mario Lavia su Europa (postato da Serracchiani):
Fermarsi un attimo, se necessario. Proprio come fa Moses, bisognerebbe andare sempre in cerca di una “retrospettiva” della propria storia. La cosa era relativamente più semplice ai tempi “lenti” della politica – in fondo, a guardare col cannocchiale rovesciato di Proust, dai Cinquanta ai Novanta non sono poi successe tantissime cose.
Avverto un'assurdità nel leggere che " in fondo non è successo granchè dai Cinquanta ai Novanta.
Tralascio la storia dai Cinquanta agli Ottanta per brevità, ma varrebbe la pena riprenderla per alimentare la memoria e riempire alcuni blancs.
Dalla metà degli anni '80 è germogliata la finanziarizzazione della società italiana: il boom della borsa!
Il diffondersi collettivo del guadagno facile; l'inizio del decadimento del valore del lavoro come strumento di libertà e crescita, individuale e collettiva.
Ricordate gli anni della Milano da bere? Della barca và ?
Erano le parole d'ordine del liberi tutti. Altro che Berlusconismo !Con quest'ultimo siamo approdati alla commedia prima della tragedia.
Uno, uno solo si accorse della malapianta che stava infettando l'humus ancora sano del tessuto sociale.
E lo disse. Non nelle stanze chiuse dell'ultimo piano del palazzo; lo disse al piano terra, rivolgendosi a tutta la nazione attraverso un'intervista ad un quotidiano nazionale.
Chissà forse avvertiva che dopo 13 anni l'Italia non avrebbe ancora ratificato la convenzione di Strasburgo del 1999 sulla corruzione ?(approvata al senato il 14 marzo 2012)
Con quest'ultimo leader scomparve la politica dei contenuti a favore della politica dell'immagine e della finanza.
La finanza ha occupato lo spazio aperto dal liberi tutti, soffocando poco alla volta l'economia reale.
In quegli anni comincia la stretta. In quegli anni i direttori di filiale si vedono ridurre sempre di più la loro autonomia.Il flusso del credito viene gestito e controllato dai livelli alti.Il flusso di denaro disponibile comincia ad indirizzarsi altrove, verso redditività più alta.Arriveremo così alla crisi finanziaria del '92-'93.
Senza leggi né regole per l'appunto.
Una domanda intanto possiamo porcela:
l'Italia è stata fino a pochissimi anni fa (2-3) il secondo paese al mondo per la quantità di risparmio delle famiglie: questo denaro depositato presso le banche che funzione ha avuto nel finanziamento della crescita?
Praticamente nessuno.Perchè ? questa è una risposta che deve dare la politica.La politica deve "sapere spiegarsi " perchè questo è stato possibile.
Per non creare equivoci:
la finanza non è un male, anzi. Purchè regolamentata con la medesima dignità dell'economia reale sotto l'architrave della giustizia e dell'etica.
Per esempio: l'ammontare delle transazioni globali a ca. 600.000 Mld USD, pari a 10 volte il P.I.L. mondiale, che senso ha?
Il prodotto interno lordo rappresenta un valore certo; ma l'ammontare delle transazioni sono un valore?
Chiedo: esiste veramente quella somma?
Oppure gran parte di quella somma è la gemella dei valori immobilari USA derivanti da prime rate, che hanno generato una bolla che ha investito drammaticamente le economie reali di mezzo pianeta?
Tornando alla cultura, cioè al sapere: la sezione economica del PD è in grado di dare una risposta?
Intendo dire: capiamo la realtà, la sostanza del potere finanziario?
Per esempio: la sottile perfidia della società gerontocratica, la quale mediante i risparmi accumulati nei fondi pensione, genera profitti intervenendo nelle politiche di ristrutturazione selvaggia di realtà aziendali e di intere nazioni, provocando licenziamenti in massa e povertà ! E i giovani ? Senza lavoro e senza soldi.
Vi è un'altra categoria di pensionati che hanno accumulato risparmio, il quale si sta velocemente prosciugando per mantenere quei giovani. E quando finiranno quei risparmi? Cosa succederà ?
Altra questione squisitamente finanziaria: le banche. Ancora.
Dunque il governo attuale ha istituito la possibilità per i giovani (si fa per dire) che non abbiano superato i 35 anni di aprire una srl con capitale sociale pari ad 1 €.
Benissimo, lodevole, ,lungimirante. Direi commovente.
C'è un problema: quanti di questi giovani dispongono di denaro sufficiente ad avviare un' attività ?
Perchè se non hanno i soldi niente attività. Le banche non prestano denaro. Le banche si approvvigionano presso la BCE ad un tasso dell'1% e comprano titoli con rendita al 2-3-4% e anche più.
Il sistema bancario italiano è un sistema chiuso al rischio. Le banche non rischiano, al pari di tutte le imprese,il denaro a disposizione per finanziare attività imprenditoriali. O meglio, il credito concesso è rivolto per ca. l'80% alle grandi imprese.
La CGIA di Mestre ha rilevato che il credit crunch (stretta creditizia) è rivolto principalmente alle PMI;
dei 1.400 Mld € disponibili per imprese e famiglie, l'80% è stato concesso alle grandi imprese,che rappresentano il 10% della clientela debitrice; nonostante l'alto tasso (78%) di sofferenze dovuto proprio alle grandi imprese.E ancora per brevità sulla ulteriore stretta.
Qui tuttavia vi è una tesi circolante: il conflitto d'interesse dovuto alla multipresenza di amministratori in diversi consigli d'amministrazione, con incroci reciproci e commistione di interessi tra banche e grandi aziende.
Vi è innanzitutto un problema di etica dunque.Dell'etica a partire dallo Stato, che regola i rapporti economici per una giusta ed equilibrata convivenza civile.
Non ci troviamo di fronte ad un mostro alieno. Ci troviamo di fronte ad un sistema incontrollato; riluttante a farsi controllare (vedi le diatribe europee sulla tassazione delle transazioni finanziarie con capofila la G.B.)
Non si tratta di abbattere un nemico; occorre innanzitutto capire bene i meccanismi utilizzati dalla finanza ed agire per la regolamentazione al fine di ottenere una funzione sociale positiva.
Naturalmente per porsi in diritto di agire in tal senso, è necessario disporre di una sana visione nell'amministrazione dello Stato.Di avere un progetto realizzabile di medio-lungo respiro per una ripresa economica certa e duratura.Strutturale. E' necessario che questo progetto comprenda la riduzione dei costi delle infrastrutture; la realizzazione di ulteriori,necessarie infrastrutture; indispensabile inoltre la liberalizzazione del mercato, l'eliminazione dei monopoli; la riduzione strutturale e razionale della spesa pubblica;ecc...,ecc...,
All'orizzonte infine è fondamentale che si intraveda una riduzione sensibile della pressione fiscale.
Una riforma della giustizia allo scopo di ottenere tempi brevi e certezza del diritto.
Una riforma della giustizia allo scopo di ottenere tempi brevi e certezza del diritto.
Per fare tutto questo, occorre ritornare all'inizio: abbiamo le persone capaci di tanto? Non ci sono leader in giro. Qualche lucina quà e là debolmente accesa, a volte con maggior intensità. Forse manca il coraggio di affrontare una situazione drammatica come la nostra.
Provarci però non dovrebbe costare molto, per chi ne avesse la voglia, e la forza.
(Mario Lavia, Europa, 3 aprile 2012)
AAA cercasi leaders urgentemente per prossime elezioni politiche.
I candidati saranno selezionati in elezioni cosidette " primarie "
Indispensabile presentare programma fattibile per una ripresa strutturale del sistema economico nazionale
e della razionalizzazione della pubblica amministrazione a tutti i livelli.
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