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mercoledì 25 aprile 2012

La medicina orientale per curare la crisi economica europea | Blog Advise Only

Mi consento di dissentire  sulle critiche  espresse nell'articolo La medicina orientale per curare la crisi economica europea | Blog Advise Only pubblicato da Serena Torrielli.
" gli investimenti esteri ed in particolar modo quelli cinesi, in Italia, non potrebbero configurarsi altrimenti che come “beneficenza”. I Paesi del Sud Europa e l’Italia in particolare non possono pensare di risolvere stabilmente i propri problemi senza:
  • un serio ridimensionamento del tenore di vita dei cittadini: gli Italiani si rifiutano di cedere parte dei privilegi da loro acquisiti, abituati a lavorare “poco” e a prediligere il valore del tempo libero rispetto alla domanda espressa dal mercato (nella fattispecie cita il caso della mancata liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi al dettaglio)
  • una seria riforma del mercato del lavoro: l’Italia dovrebbe dotarsi una deregulation coraggiosa e una riforma maggiormente indirizzata al mercato."
Il signor Andy Xie è sicuramente male informato sull'indole italiana.

Probabilmente gli sarà capitato casualmente una vecchia rivista degli anni '50 con in copertina un italiano imbrillantinato intento a suonare il mandolino.
Tuttavia possiamo sottoporre al nostro economista questi dati:
Il dato sopra ricordato del recupero delle esportazioni italiane, nel periodo più grave della crisi, indica anche  un aumento del +29% con dati espressi in dollari; non solo nel G7 (con la Germania seconda a +26% e il Giappone ultimo a +4%) ma anche in confronto agli altri due maggiori esportatori mondiali (con la Cina a +22% e la Corea del Sud a +19%). Da due trimestri consecutivi, secondo i dati WTO, le nostre esportazioni crescono più di quelle della Germania, mentre già avevano raggiunto il ritmo di espansione di quelle tedesche nell'ultimo trimestre dello scorso anno.
economist

Probabilmente il nostro vorrebbe che anche noi producessimo l'Ipad alle condizioni cinesi come a lato indicato.


Oppure vuole dirci ancora che dovremmo rinunciare ad un paio di tennis fabbricati con materiali adatti all'igiene dei piedi e comprare i modelli cinesi,sicuramente molto meno cari; ma decisamente antiigienici per la preponderanza di materiali sintetici.


Noi caro Mr. Andy necessitiamo di suggerimenti per andare avanti, non indietro nei secoli.
Un indicatore importante è la capacità di risparmio privato ; indica la volontà dei cittadini di pensare al futuro proprio e dei propri figli. Ebbene fino a qualche anno fa l'Italia era al secondo posto nella classifica mondiale del risparmio privato.Vero è che al momento siamo ritornati ai livelli del 1998; ma vi è  per certi versi un ottimo motivo; per altri versi  esprime un dramma.
Nella Sera Maior dovrebbero sapere che l'Italia non è collassata,fin'ora, per un formidabile ammortizzatore sociale costituito proprio dai risparmi privati.In sostanza sig. Xie la crisi la stanno pagando i cittadini italiani con i propri soldi accumulati con fatica in anni e anni di lavoro.Naturalmente Lei saprà che quel lavoro è stato pagato con delle retribuzioni tra le più basse d'Europa.
Se fossero necessari altri dati sulle virtù industriali degli italiani può se vuole leggere qui, così anche per rendersi conto che la deregulation da Lei citata è in atto da molto tempo.


Al sig. Mahatir Mohamad che ci illumina:
“non basta stampare moneta… bisogna abbandonare l’illusione dell’economia di carta delle banche e ricostruire l’economia reale… I lavoratori europei sono overpagati e improduttivi. L’economia deve ricominciare ad essere produttiva e a competere secondo i dettami della domanda”.

vorrei dire che non si possono mescolare capre e cavoli :l'illusione della economia di carta delle banche e lavoratori europei super pagati ed improduttivi.
L'italia offre tra le nazioni europee il più basso costo di lavoro per unità di prodotto;gli stipendi più bassi ed uno dei migliori tassi di produzione procapite.
A me pare si faccia confusione tra immagine dell'Italia all'estero e realtà.
In questo senso hanno contribuito molti dei nostri governanti.
Conclude bene la D.ssa Torielli chiedendosi quale tra crescita e sviluppo sia il miglior indicatore di benessere.
I freddi numeri del P.I.L rappresentano la strada percorsa per giungere allo sviluppo,mantenerlo e rinnovarlo.
Determinare quale sviluppo è compito della politica. Ma se la politica è assente, incapace e peggio ancora,sfiduciata dai cittadini, avremo sempre un Andy Xie o un novello Bismarck a darci lezioni di austerità.
Sinceramente non credo che la maggioranza degli italiani se lo meritano.

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